Forte Strino

Un museo all'aperto del paesaggio fortificato del fronte del Tonale

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Ufficio Turistico Vermiglio
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tel. 0364.903838
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FORTE STRINO



1998-2018 Vent'anni di mostre a Forte Strino


1998 – 2018: sono questi gli estremi di un percorso relativamente breve ma ricco di tappe. Ricorre infatti proprio nel 2018 il ventesimo anniversario dall’apertura del Forte Strino a Vermiglio (TN), fortezza austro-ungarica protagonista durante la Prima guerra mondiale per quanto riguarda l’attività di presidio e controllo della strada che portava al Passo del Tonale, allora confine di stato.

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Orari di Apertura Estivo 2023

dal 02 al 04 giugno e dal 10 al 30 giugno 2023
14.00 – 18.00

dal 01 luglio al 03 settembre 2023
10.00 – 12.30 / 14.00 – 18.30

dal 04 settembre al 24 settembre 2023
14.00 - 18.00

Notturno di guerra dal 01 luglio al 3 settembre:
ogni mercoledì a partire dalle 21.00 con visita guidata gratuita

VISITE GUIDATE:
ogni giorno in luglio e agosto: ore 10.30 | 15.00 | 17.00
€ 3,00 per ogni partecipante (con esclusione dei minori di anni 10)

Possibilità di aperture personalizzate per gruppi con visite guidate per INFO contattare gli uffici informazioni ai num. / 0364.903838

Ingresso a pagamento, con la Trentino Guest Card / Val di Sole Card l’entrata è gratuita.

Ritrovamento della slitta a traino

Nell’agosto 2016 sul ghiacciaio del Presena Orientale, degli escursionisti notavano emergere dal ghiaccio la porzione anteriore di un pattino in ferro, rivelatosi poi essere parte di una slitta militare austro-ungarica, danneggiata ma completa di tutte le sue parti (fig.1). La slitta veniva trattenuta dai custodi forestali e quindi consegnata al comune di Vermiglio. In seguito, essa veniva sottoposta a restauro conservativo da parte della ditta M.P.R. snc “Conservazione e restauro opere d’arte” su incarico e a cura dell’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento.
Si tratta di una slitta a traino ambidirezionale, adibita al trasporto della mitragliatrice austriaca Schwarzlose 07-12 con treppiede e relative dotazioni (serbatoio di raffreddamento, blindatura e cassette di munizioni).
L’esemplare era privo del cassone in tavole di legno adibito al contenimento del carico. Alcune assi e altri elementi lignei recuperati insieme alla slitta sono risultati non pertinenti al reperto. Tali materiali erano assicurati alla slitta con legacci in filo di ferro e costituivano quindi l’ultimo carico trasportato, indice di un versatile utilizzo del veicolo per lo spostamento di attrezzatura in ambienti innevati. (fig.2) Su entrambi i pattini risulta impresso nel legno il codice “H.SC.S. 16” riferibile alla fabbrica costruttrice, nel quale il numero sedici indica verosimilmente l’anno di fabbricazione. Potrebbe trattarsi di un’officina satellite della ditta H&C (Höchsmann&Cibulka AG) presente a Hussowitz/ Brünn, oggi Husovice/Brno, Repubblica Ceca, che forniva attrezzatura all’intendenza militare austro-ungarica fin dal 1912.

Tecnica costruttiva
Il manufatto si sviluppa in due precisi piani: l’inferiore formato dai due larghi pattini in faggio curvato a vapore, imperniati su ferri battuti a mano e quello superiore costituito da assi di quercia, di diverse misure e diverso spessore, unite a formare il supporto per la mitragliatrice. I due piani sono collegati da quattro supporti lignei verticali in legno di olmo, incastrati in fermi metallici che li ancorano al pattino e rafforzati da barre in ferro a 45 gradi per sopportare il peso del carico.
Le specie lignee utilizzate per la realizzazione della slitta sono state appositamente scelte, con ogni probabilità, in quanto adatte a tollerare alti tassi di umidità e condizioni atmosferiche rigide ed inoltre particolarmente adeguate a sostenere carichi importanti. Le analisi per l’individuazione delle specie lignee sono state condotte dal CNR Ivalsa di S.Michele all’Adige (Trento).
Il legno di quercia caducifoglia (Quercus Petraea) ha un’elevata densità, è di facile lavorazione e di lunga durata. Caratterizzato da buona elasticità, ottima resistenza a compressione assiale e alle sollecitazioni esterne, all’invecchiamento, ai parassiti vegetali e alle muffe. Il legno di olmo (Ulmus) ha una densità minore rispetto al legno di quercia pur presentando ottime caratteristiche meccaniche in fatto di resistenza a compressione e flessione statica.
Anche il legno di faggio (Fagus Sylvatica) resiste in modo eccellente alle sollecitazioni esterne ed è tenace e compatto anche se sensibile alle variazioni di temperatura. La sua attitudine a flettersi, se trattato col vapore, e la capacità di conservare nel tempo le deformazioni imposte in maniera artificiale ne permettono l’impiego dove siano necessari profili curvilinei. Sia il legno di quercia che quello di faggio sono tradizionalmente utilizzati per la costruzione di slitte agricole. (fig.3 e 4)

Foto n.1 slitta al momento del ritrovamento
foto n. 2 prima del restauro

foto n. 3 e 4 dopo il restauro


Il Forte Strino

Il forte appartiene alla prima generazione di opere costruite nel 1860-61 ai confini occidentali del Trentino, aventi per lo più il carattere di sbarramento stradale (Strassensperren) a guardia delle vie di comunicazione. Al Forte Strino venne assegnato il compito di controllo del transito lungo la moderna carrozzabile Milano-Vienna, aperta proprio in quegli anni. Costruito su un’altura a 1538 m di quota, il forte si adatta topograficamente ad essa con la sua forma semicircolare, che accompagna dall’alto l’ampia curva che compie la strada del Tonale presso il ponte sul Rio Strino. La struttura, a due piani, è in spessa muratura di pietrame e malta, rivestita da un paramento in granito lavorato con cura da abili scalpellini, come provano i tratti che ancora si conservano. Per chi viene dal Tonale ha l’aspetto di un blocco cilindrico compatto, come una bassa torre di guardia. Chi invece accede dal lato opposto noterà l’ingresso principale, caratterizzato da tre archi in muratura preceduti da un fossato, indice della continuità nel tempo di certi archetipi difensivi e segno emblematico delle concezioni strategiche antiquate che stavano alla base della costruzione dell’opera. Consapevole della vulnerabilità del Forte Strino, il sistema fortificato del Tonale alla fine del secolo lo Stato maggiore austriaco ne decise l’ammodernamento, nel quadro del generale potenziamento delle difese del confine del Tonale. Vennero pertanto rifatti i fori cannonieri per adeguarli all’introduzione di quattro nuovi pezzi di artiglieria e il ripido tetto in legno fu sostituito da uno più resistente in calcestruzzo, con postazioni per fucilieri e mitragliatrici. Per difenderne il fianco sinistro nel 1898-1900 venne costruito poco a valle il Forte Velon, al quale fu collegato nel 1906 con una scalinata coperta. Come gli altri forti, era attrezzato per una completa autosufficienza: generatore di corrente, infermeria, loculi per la sepoltura provvisoria dei caduti, forno per il pane, telefono, segnalatore ottico ed acqua potabile. Nonostante i lavori di rafforzamento, nel corso della guerra il forte fu declassato al ruolo secondario di sbarramento stradale e di caserma, assegnando a strutture ben più moderne la difesa del fronte. Negli anni dopo il conflitto, praticamente intatto, faceva ancora bella mostra di sé sulle foto e le cartoline d’epoca. Poi iniziò il periodo del saccheggio da parte dei ‘recuperanti’, che lo ridussero a un rudere in stato di abbandono, riconquistato dal bosco.

Il forte Strino è anche sede di Eventi e Mostre.


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